Il dipartimento Ambiente della Regione Basilicata ha chiesto all’Eni di fare ”immediatamente” un controllo, con un apparecchio ad ultrasuoni, ”per verificare lo stato di integrita”’ dell’intero oleodotto (lungo circa 140 chilometri) che trasporta il petrolio da Viggiano a Taranto.
La richiesta è stata fatta martedì all’Eni.
Durante la riunione, Eni ha fornito la ricostruzione di quanto accaduto.
A seguito della segnalazione e dell’attivazione del blocco dell’oleodotto da remoto, il personale Eni ha constatato sul posto la presenza di grezzo nel pozzetto, dando il via alle procedure operative previste per il contenimento e recupero.
Operazioni queste, hanno spiegato i dirigenti Eni, che hanno permesso di individuare un piccolo foro e di intervenire applicando una fascia metallica unica di guarnizione.
Nell’incontro, inoltre, sono stati specificati i sistemi di controllo tecnologico, sia quello installato presso la raffineria di Taranto in grado di visualizzare tutti i parametri di processo della linea, sia il sistema di controllo perdite che monitora il controllo e la comparazione delle pressioni e delle portate dell’oleodotto.
Verranno effettuate, hanno riferito ancora i dirigenti Eni, specifiche verifiche sul tratto interessato dalla perdita, che consentiranno di capire l’esatta dinamica dell’incidente.
Le analisi, effettuate da un laboratorio terzo accreditato, richiederanno diverse settimane.
Nel frattempo, e in attesa di conoscere l’esito delle verifiche, l’Eni ha informato di avere implementato le misure di controllo sull’oleodotto con specifico riferimento ai sei pozzetti con caratteristiche analoghe a quello da cui si è originata la perdita.
Il Dipartimento Ambiente ha richiesto che Eni effettui immediatamente l’ispezione con veicolo interno (Pig) ad ultrasuoni per verificare lo stato di integrità dell’intera condotta, replicando l’ultima ispezione effettuata nel 2010.
“Dobbiamo garantire – ha affermato l’assessore Mazzocco – ai cittadini e al territorio la massima sicurezza nei processi di estrazione e di trasporto del greggio. Continueremo a vigilare perché siano applicati in Basilicata i sistemi tecnologici più avanzati perché simili episodi non debbano accadere mai più.
Vigileremo con attenzione perché l’Eni rispetti gli impegni per la sostenibilità ambientale dell’estrazione petrolifera”.
La perdita avvenuta nei giorni scorsi a Bernalda è stata causata da un ”piccolo foro”, otturato con ”una fascia metallica unica di guarnizione”.
E sulla vicenda l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, ha scritto al presidente della Regione, Vito De Filippo, sottolineando come l’Eni abbia “applicato tempestivamente tutte le procedure previste dalla normativa sulla gestione dei rischi di eventi di tale natura, e sono in corso gli interventi di messa in sicurezza e ripristino ambientale, secondo i più elevati standard”.