Il segretario regionale di CittadinanzaAttiva Basilicata Nicola Viggiano e la presidente Regionale Maria Antonietta Tarsia hanno inviato una lettera aperta all’assessore regionale alla Sanità Flavia Franconi, ai consiglieri regionali eletti nella circoscrizione di Matera e ai sindaci di Pisticci, Montalbano Ionico, Stigliano, Scanzano Ionico, Nova Siri, Policoro, Valsinni, Colobraro, San Giorgio Lucano, Tursi, Rotondella in cui chiedono di tutelare l’Ospedale di Policoro e di potenziarne i servizi.
“Sette dirigenti medici dell’ospedale di Policoro – si legge nella missiva – hanno denunciato la drammatica situazione in cui viene a trovarsi l’ospedale in cui prestano la loro attività.
Della questione si è più volte occupata Cittadinanzattiva- Tribunale del Malato.
Trattasi, di un ospedale che opera nell’arco ionico nella zona più popolosa della Regione Basilicata, che, peraltro, è divenuta negli ultimi anni meta di pazienti residenti in numerosi comuni calabresi situati in un arco che va da Rocca Imperiale a Trebisacce e oltre.
La puntuale rappresentazione dei fatti dei professionisti che ben conoscono la struttura ospedaliera in cui lavorano evidenziano che l’ospedale Giovanni Paolo II è, per il numero di prestazioni, il terzo della regione Basilicata dopo quelli di Potenza e di Matera. Purtroppo il numero delle esigenze da soddisfare, secondo l’Assessorato regionale deve avere una drastica riduzione dei Servizi con danni gravissimi per i cittadini. Ed infatti vengono soppresse le Unità Operative complesse di Anestesia e Rianimazione, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria, Pronto Soccorso, Radiologia e Laboratorio Analisi.
Con gli ultimi Atti Aziendali, dunque, l’ospedale di Policoro è divenuto una dipendenza dell’ospedale di Matera. Un esempio: in un centro importantissimo posto su un arteria nazionale come la Statale Ionica 106, il traumatizzato da incidente stradale che avesse la necessità di prestazioni ospedaliere nelle ore notturne può essere sottoposto all’esame radiologico presso l’ospedale di Policoro dove c’è solo l’operatore tecnico, ma per la refertazione e quindi per la diagnosi deve attendere che si pronunci il sanitario di Matera che telematicamente legge la radiografia con l’attesa di un’ora o due per avere il responso.
Si è d’un tratto cancellata l’opera di amministratori regionali che hanno reso l’ospedali di Policoro struttura autonoma degli ospedali riuniti di Matera.
Con questi assessori e con l’attuale rappresentanza consiliare, che rappresenta tutte le forze politiche ora esistenti, e si sottolinea, nessuna esclusa, siamo stati riportati indietro di decenni diventando struttura periferica dell’ospedale di Matera. Nell’Assemblea regionale, purtroppo, l’area Metapontina è stata completamente dimenticata. La situazione che ora si è verificata non può essere accettata.
Tutti i consiglieri regionali dovrebbero avere a cuore la situazione dei problemi dell’intero territorio. Ma l’attenzione maggiore deve essere di coloro i quali di quel territorio sono l’espressione elettiva.
E sia di monito la cattiva esperienza degli assessori esterni alla regione che il territorio non lo conoscono. Vi è oggi la necessità di reagire. Chiediamo ai Sindaci di elevare la loro protesta, e di esercitare le proprie prerogative affinchè gli Atti Aziendali che hanno deciso il ridimensionamento vengano revocati e modificati riconoscendo alla struttura di Policoro le Unità Operative Complesse proporzionate al bacino di utenza e alle prestazioni erogate ed erogabili.
Ai Consiglieri Regionali del Materano l’invito a rappresentare nel Consiglio Regionale l’area Metapontino che non può essere considerata ne un appendice regionale ne un appendice provinciale.
Ai cittadini va rivolta la notizia di questa lettera affinchè in ogni momento sappiano che l’ospedale di Policoro è patrimonio irrinunciabile e che le attuali deficienze devono essere colmate.
Vanno ricostituite le Unità Operative e vanno assunti i medici e gli operatori sanitari in numero sufficiente.
In proposito sarà opportuno ricordare che negli ultimi mesi ben 11 medici sono andati via senza essere sostituiti.
Di tanto siano edotti i cittadini che con i metodi democratici potranno impedire che questa struttura diventi insufficiente a garantire la salute della popolazione.
Cittadinanzattiva non resterà inerme a guardare lo scempio che si sta compiendo a danno dei cittadini”.