Parkour nei Sassi, aggredita la giornalista Sissi Ruggi

Fondazione Sassi - Sassi abusati e danneggiati 1

Un grave episodio ha visto come protagonista, nella giornata di domenica, la giornalista materana Sissi Ruggi, apprezzata cronista e addetto stampa della Fondazione Sassi di Matera, consigliera regionale dell’Ordine dei Giornalisti di Basilicata.

Come raccontato sui social, la giornalista è stata strattonata da un freerunner che stava partecipando alla competizione Red Bull Art Of Motion, svoltasi tra i Sassi.

L’uomo voleva sottrarle il cellulare con il quale aveva appena documentato un gruppo di quattro persone arrampicate sui tetti delle abitazioni del quartiere simbolo di Matera. L’aggressione l’ha costretta a recarsi al Pronto soccorso dell’ospedale di Matera, dove le sono stati diagnosticati escoriazioni e contusioni varie, fortunatamente di lieve entità.

Tantissimi i messaggi di solidarietà giunti alla giornalista.

“Una ennesima aggressione ha riguardato una giornalista in Basilicata – si legge in una nota congiunta di Assostampa Basilicata e Ordine dei Giornalisti –  Nell’esprimere solidarietà alla collega aggredita, stigmatizzano un clima che si sta facendo sempre più pesante e preoccupante per un sereno esercizio del diritto di cronaca in regione, e auspicano che autorità e istituzioni preposte, insieme alla società civile lucana, si attivino con ogni azione utile a ripristinare un clima di confronto civile e di rispetto”.

La Fondazione Sassi ha denunciato i danni provocati dall’esibizione di parkour ospitata nei Sassi lo scorso fine settimana.

“E’ con sconcerto che abbiamo assistito alla manifestazione organizzata a Matera  da una nota marca di bevande energetiche – afferma il presidente della Fondazione Sassi Vincenzo Santochirico – e, mentre è ancora in corso, già si contano numerosi danni agli immobili nei Sassi e virale è diventato il video di un ragazzo che precipita da un muro di oltre 7 metri di altezza procurandosi, per fortuna, solo delle fratture.

La Art of Motion 2019, la manifestazione di freerunning, ha portato in città non solo «atleti» che compiono salti mortali o altre acrobazie di vario genere, ma tanti giovani e giovanissimi che, non sempre con la stessa perizia e capacità fisica, hanno provato a emulare chi di questo sport è campione ma che, come si apprende dalle cronache, è finito in ospedale con fratture multiple.

Da giorni i tetti dei rioni Sassi sono stati presi d’assalto da freeranner più o meno esperti – prosegue il presidente della Fondazione Sassi – nessuno li accompagnava in queste « perlustrazioni ». Nessuno ha detto loro che un muro in tufo non ha la stessa resistenza del cemento. Non tutti gli immobili dei rioni Sassi hanno manutenzione costante, è facile incappare in un concio di tufo non saldamente cementato .
La giornata, che ha richiamato in città centinaia di giovani appassionati, ha evidenziato tutte le criticità dei rioni Sassi. E le carenze di un’organizzazione che non ha provveduto a un adeguato servizio di vigilanza. I tetti dei Sassi sono stati presi d’assalto dagli spettatori che, non accontentandosi della visuale da uno dei tanti belvedere, sono saliti sui tetti, rompendo le tegole, distruggendo i comignoli, arrivando ad arrampicarsi sul campanile della chiesa di San Pietro Barisano. E nulla potevano le pattuglie delle Forze dell’Ordine che, intervenute su richiesta di numerosi residenti, cercavano di far scendere questi ragazzi. Non solo per tutelare la proprietà privata, ma soprattutto l’incolumità delle persone.

I Sassi, patrimonio Unesco dal 1993, sono fragili – conclude il presidente della Fondazione Sassi – ciascun materano ha il dovere di tutelarli. Sono la nostra storia, il nostro capitale, il nostro futuro. Mi chiedo come possano le istituzioni competenti, i soggetti che hanno la gestione di questo importante momento della vita della città consentire tale tipo di manifestazioni e se si tratta di colpevole distrazione o di volontaria scelta.

Agli abitanti si limita la circolazione, ai residenti si impongono (giustamente) norme e direttive per il restauro, la conservazione, l’utilizzazione, agli imprenditori si prescrivono regole e si addebitano oneri per svolgere le loro attività negli antichi rioni.

E, invece, per una manifestazione di mero spettacolo, si consente di scalare, saltare, arrampicarsi, lanciarsi, utilizzando manufatti, tetti, terrazze, come se fossero un campo di esercitazione. Un abuso inaudito e inammissibile dei Sassi.

E’ inutile denunciare la mercificazione se si consente che i Sassi diventino palchi per salti e capriole. E’ contro la natura, la storia, la cultura dei Sassi. E’ la resa al parco giochi che già nel passato si avversò e impedì.

Occorre una nuova consapevolezza e una diversa visione e gestione. Nei Sassi non si può fare tutto e sempre

Le Istituzioni devono essere più accorte nel valutare e autorizzare le iniziative che vengono proposte. Abbiamo avuto esempi di utilizzo dei Sassi di grande spessore culturale negli ultimi mesi e ancora in questi giorni. Permettere una simile gara, con quello che ha comportato, non é degno della storia, della cultura e del ruolo che Matera ha”.

All’amica e collega Sissi Ruggi la piena solidarietà della redazione di Emmenews.

 

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