“Nel più drammatico disinteresse ed indifferenza dell’amministrazione comunale, Policoro perde l’ennesimo servizio. Dopo la camera di commercio, la commissione invalidi ed il ridimensionamento in corso dell’ospedale, la triste e silenziosa spoliazione della nostra città va avanti senza sosta. Stavolta tocca agli uffici commerciali di Acquedotto Lucano che da qualche giorno sono stati trasferiti nella vicina Marconia”.
A lanciare l’allarme, in una nota stampa, è Giuseppe Maiuri, coordinatore cittadino di “Policoro Futura”.
“Questo comporta – prosegue Maiuri – che tutti i cittadini di Policoro (oltre che di Nova Siri, Scanzano, Tursi, Bernalda, Rotondella, Valsinni, Colobraro, San Giorgio) che fino ad ora potevano rivolgersi agli uffici di via Puglia per ogni pratica amministrativa e commerciale (allacci, distacchi, volture, problemi di fatture etc), adesso devono recarsi a Marconia.
Qui d’altronde si registrano (peraltro con apertura due giorni a settimana) lunghe file composte per lo più, come ovvio, di nostri concittadini, costretti ad uno spostamento ripetuto ed al conseguente disagio per poter risolvere ogni problema.
Altro che Policoro capitale del comprensorio jonico, negli ultimi anni piuttosto stiamo perdendo servizi importanti che qualificavano la Città e la rendevano efficiente, migliorandone la qualità della vita, ponendola come vero punto di riferimento dell’arco jonico lucano e contribuendo, non da ultimo, a farne “girare”, come si suol dire, l’economia.
Oggi dunque siamo sempre meno Città e sempre più dormitorio e tutto ciò nel più totale silenzio di un’amministrazione incapace che non si preoccupa mai minimamente di alzare le barricate contro questi “espropri” che continuano a depredare il territorio mortificandone le aspettative.
E pensare che il comune di Policoro, come gli altri comuni della Basilicata e la stessa Regione, è socio dell’acquedotto lucano e come tale ben poteva – e potrebbe – chiedere di non spostare gli uffici. E invece niente, i nostri amministratori ancora una volta danno prova di non sapersi occupare della Città.
Noi invece continuiamo a lottare ed a chiedere a gran voce che si intervenga per riportare il presidio a Policoro dove, per ragioni sociali, demografiche e geografiche avrebbe ben più ragione di esistere.
Speriamo che il sindaco di Policoro si renda conto dell’importanza della questione e come ha fatto in altri casi (da ultimo il palaercole) prenda atto dei suoi errori (anche se non li ammette) e ci segua anche in questa battaglia, non certamente per il nostro bene individuale ma nell’interesse supremo della città”.