Il sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, ha indirizzato una lettera aperta al presidente del Consiglio Matteo Renzi, per commentare la sua dichiarazione rilasciata al “Corriere della Sera” in merito alle estrazioni petrolifere da avviare in Basilicata.
Poche parole che hanno lasciato il segno tra la comunità lucana, suscitando le repliche delle associazioni ambientaliste e dei rappresentanti istituzionali come il presidente della Regione Marcello Pittella.
Di seguito il testo della missiva inviata dal sindaco Di Trani:
“Non so, caro Presidente se il suo provare vergogna, dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera del 13 luglio u.s.: “Io mi vergogno di andare a parlare delle interconnessioni tra Francia e Spagna, dell’accordo Gazprom o di South Stream, quando potrei raddoppiare la percentuale del petrolio e del gas in Italia e dare lavoro a 40 mila persone e non lo si fa per paura delle reazioni di tre, quattro comitatini… “, è pari al mio, cittadino ed uomo delle istituzioni, lucano DOC, non renziano, ma onesto e maniaco della legalità.
Lei nel momento in cui liquida l’opposizione alle trivellazioni registrata in Basilicata come frutto dell’azione di quattro comitatini dimostra di non conoscere la realtà in cui si muove, o meglio la nostra realtà lucana!
La delusione è tanta come la rabbia. Da noi si estrae petrolio dal 1960, diamo tantissimo all’Italia dal punto di vista energetico: la nostra terra è diventata come una groviera, con pozzi di petrolio ovunque. Quello che era un territorio incontaminato adesso è l’emblema dell’inquinamento: falde e corsi d’acqua sono inquinati, la salute umana è fortemente compromessa. Tanto ciò è vero che in questa regione, oltre alle centinaia di siti contaminati connessi elle estrazioni, insistono due siti SIN, uno a Tito e un altro in val Basento dove la stessa ARPAB certifica l’inquinamento delle falde acquifere e chiede ai comuni interessati, tra cui Pisticci, di emettere ordinanza di divieto di utilizzo delle acque a tutela della salute pubblica. Anche gli indicatori relativi alle insorgenze di neoplasie e malattie respiratorie registrano incidenze in crescita e sopra la media nazionale.
Le tante sbandierate contropartite e ricchezze derivanti dalle attività estrattive sono relegate ancora nel cassetto dei sogni. Da noi infatti, le infrastrutture sono meno di niente, e la disoccupazione è alle stelle con forte ripresa dell’emigrazione, dato questo evidenziato anche dal decremento demografico. Altro dato da ascrivere all’impatto delle estrazioni petrolifere è, secondo la Confederazione Italiana Agricoltori, il dimezzamento delle aziende agricole che si è verificato in dieci anni.
Sono con il mio presidente Marcello Pittella quando dice che dobbiamo essere ancora risarciti per quello che abbiamo patito e per quello che stiamo patendo. Se le Sue esternazioni pari a quelle del Ministro Guidi sono il nuovo che avanza, Le dico cordialmente che non mi ci rivedo nel Suo “nuovo”, e ferito e tradito Le voglio dire che accanto ai “quattro comitatini” troverà anche me e la mia gente ad impedirle il raddoppio delle estrazioni e a chiederle il risarcimento per quello che è diventata la Val Basento e per quello che è e sarà la val d’Agri, per le migliaia di giovani disoccupati per le tante promesse non mantenute e per la povertà imperante. Eppure Lei ha fatto fino a qualche giorno fa il sindaco, dovrebbe sapere ascoltare la gente e soprattutto i “comitatini”. Di quell’esperienza pare che Le sia rimasta poco o niente.
Sono tante le ragioni del popolo lucano (non 3 o 4 comitatini), per restare costernato di fronte alle Sue esternazioni, e ne avrebbe a sufficienza per dire basta ad una situazione non più sostenibile e che meriterebbe maggiore attenzione da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana e quindi anche della Basilicata e della sua gente. Non abbia paura di raccontare la sofferenza delle persone, trovi il coraggio di portare anche sui tavoli europei le questioni legate al disastro ambientale provocato dalle attività estrattive in Basilicata che, sebbene poco considerata, non può essere equiparata a una landa deserta, e i suoi 580.000 abitanti hanno dignità, storia e cultura che devono essere rispettate al pari di ogni cittadino europeo. Grumentum, tra i pozzi di petrolio, è un insediamento romano risalente al VI secolo a.C. ma in Basilicata ve ne sono molti altri e di più remoti: ecco dove affonda la nostra storia.
La problematica legata alle estrazioni petrolifere sarà oggetto di discussione, giovedì prossimo, presso il Ministero dello Sviluppo Economico tra Tecnici del Ministero, Presidente della Regione Basilicata, Sindaco di Pisticci, Eni e Tecnoparco, avremmo piacere Signor Presidente se la discussione si potesse giovare del Suo contributo”.