Antiche viuzze che d’un tratto s’illuminano di un arcobaleno di uomini e lingue di tutto il mondo, così diversi, ma così capaci di intendersi, animati dalla stessa passione, uniti da una pellicola invisibile che narra una storia universale: l’amore per il cinema, il gusto della bellezza, il desiderio di superare le diversità e condividere il senso comune delle arti, quell’energia priva di tempo e di confini geografici che abbevera l’animo umano alla fonte infinita della creatività.
Piccole piazze, scorci nascosti, scalinate che si affannano ad inseguire la miriade di appuntamenti scandita dai ritmi frenetici del Lucania Film Festival, a cavallo fra proiezioni, incontri, dibattiti, concerti, mostre, lezioni, seminari, esperimenti.
Ma la mole caotica di un programma concentrato in cinque giorni e suddiviso tra sette location si riordina di fronte alla consapevolezza di perseguire un preciso obiettivo: il dialogo fra gli esseri umani attraverso la valorizzazione dei luoghi nel segno del cinema.
La polvere di stelle che idealmente esplode a partire dal 10 agosto (il giorno dedicato all’osservazione delle stelle cadenti) altrettanto idealmente si ricompone in una sola cometa, sotto la luce della cultura, in un percorso ciclico che dai luoghi di un paese della Lucania spicca il volo verso il mondo, consapevole delle sue potenzialità. Sta proprio alle persone, accomodate al centro del progetto del Festival, adesso, trasformare quel potenziale in occasioni, dare forza alla scia di questa cometa e sfruttarne le ambizioni, affinché quella forza sprigionata verso i cinque continenti possa “ritornare” e regalare i suoi effetti benefici al territorio da cui ha avuto origine.
Il tredicesimo Lucania Film Festival rilancia nuovamente le sue sfide dalla Terravecchia di Pisticci.
I lavori della prima giornata inizieranno alle 19.00 con la cerimonia di apertura sul Terrazzo “Banco di Napoli Spa” della Casa della Cultura. Poi sarà subito cinema, con i primi blocchi di proiezioni degli oltre cinquanta film in concorso, opere provenienti da tutto il mondo, scomposte fra “Sala Piccolissima” (nella Casa della Cultura), “Sala Piccola” (all’ingresso della Casa della Cultura) e “Sala Grande” (il sagrato della chiesa Madre).
Nella “Sala Interna”, invece, sarà inaugurata la terza edizione della mostra “11x11th”, con l’apertura dei lavori dell’esposizione d’arte prevista per le 19.30.
Alle 21.30, invece, il Lucania Film Festival accoglierà per il terzo anno consecutivo Rocco De Rosa, il pianista di origini lucane che concluderà la trilogia chapliniana musicando dal vivo il film “La febbre dell’oro” di Charlie Chaplin.
In tarda serata il LFF si ritroverà come da tradizione in una dimensione più intima. Il primo “Fuori Orario” dell’evento è ancora un modo per valorizzare la creatività con la quale i lucani sanno ritagliarsi spazi fuori dai confini regionali.
Sul Terrazzo del Festival sarà possibile ascoltare le selezioni electro cold wave, synth pop, 80’2 ed ebm della dj Sara Lux.
Ma il Lucania Film Festival non è solo cinema.
L’evento conferma le sue aspirazioni cross-mediali attraverso uno sguardo a tutto tondo sul mondo delle arti.
E’ in questa ottica che viene inaugurata nel primo giorno di lavori della kermesse la mostra “11x11th”, curata dall’artista Claudia D’Anna e giunta alla sua terza edizione.
L’appuntamento si riveste di elementi di novità rispetto al passato.
Oltre ad opere pittoriche, infatti, saranno in esposizione nella “Sala Interna” della Casa della Cultura, fotografie, installazioni, incisioni e sculture.
La selezione nasce dall’analisi dei profili degli autori e delle loro opere, sintesi di anni di studio e di ricerca.
La mostra propone uno spaccato sull’arte visiva, partendo dagli anni ‘60 fino ad oggi.
Ad esporre saranno 14 artisti per 24 lavori, scelti fra gli oltre 200 pervenuti.
Altro elemento di novità è la collaborazione con l’associazione ODF di Salonicco, in Grecia.
Una realtà formata da un gruppo di neolaureati del Dipartimento di Lingua e Filologia Italiana dell’Università “Aristotele” di Salonicco che ha l’obiettivo di promuovere la lingua e la cultura italiana in Grecia.
Le opere di Gualtiero Redivo e Rocco Scattino sono riconducibili all’arte povera; in Dino Ventura sono presenti le tracce dell’espressionismo astratto e della pop art che ha potuto assimilare grazie ad una lunga permanenza in Centro America; Cesare Cassone propone una pittura a tratti astratta e figurativa mescolando una nota concettuale. Mariva Zacharof, Elena Griva, Theo Dacula, Daniela Ferretti con le loro opere enunciano la necessità di un ritorno alla manualità e all’artigianato in chiave attuale e contemporanea con pizzi, pettini, colori a vetro, materiali riciclati e led.
Paola Cabutti presenta un’opera realizzata con un materiale classico quale la ceramica in una rappresentazione attuale nell’ironia e nel dramma e che ci parla del corpo e della psiche femminea.
Francesca Zito e Vincent Teriaca giocano sullo spiazzamento visivo. Francesca Sibona Masi applica sull’oggetto una metamorfosi che trasforma un manufatto di design in una suggestiva opera luminosa, un’opera interattiva di un artista che con l’ombra crea la luce.
Eirini Saridaki presenta due opere fotografiche/grafiche che si raccontano con grande attualità e freschezza.
Silvano Mercuri è un’artista che ben rappresenta la contemporaneità con le sue opere realizzate con materiali di scarto e che racchiudono concettualità, ironia e assurdità, in una prospettiva alquanto provocatoria.