“Dalla campagna di criminalizzazione che, anche nella nostra regione, ha fatto seguito all’arresto il 19 luglio scorso, nel corso di una manifestazione NO-TAV in Val di Susa, di 7 giovani, tra cui un nostro conterraneo, è nato un forte interesse per la vicenda NoTav e l’esigenza di una informazione che andasse oltre la banalizzazione criminalizzante proposta dai media e cercasse di capire le reali motivazioni che sorreggono una intera popolazione a mettere in essere da oltre 20 anni forme di resistenza contro la realizzazione di un’opera a loro giudizio inutile e dannosa non solo per la comunità locale ma per l’intero paese Italia.
Non è stato difficile a questo punto capire che un evidente filo conduttore lega le vicende della Valsusa a quelle della Val d’Agri, o della Valbasento, la”valorizzazione” dei rifiuti della Fenice, la “valorizzazione” della risorsa acqua, alla favola dell’Alta Velocità traino di uno sviluppo solo immaginato, a fronte di un disastro ambientale e sociale reale.
E non è solo la previsione di ciò che accadrebbe se quell’opera andasse in porto che mobilita i valsusini, ma la consapevolezza che gli effetti di quei soldi mal spesi li scontiamo tutti i giorni in servizi fatiscenti, negli ospedali, nelle scuole, a causa dei tagli alla spesa pubblica che sempre più stanno trasformando la nostra esistenza in sofferta sopravvivenza.
E questo è ovviamente qualcosa che ci riguarda tutti.
Così come ci riguarda tutti la sconsolante constatazione che chi dovrebbe tutelare i nostri diritti primari, quelli sanciti dalla Costituzione come fondanti, il diritto alla salute, ad un lavoro, al reddito, ad una esistenza dignitosa, alla libertà di opinione ed espressione, li svende, li baratta, li calpesta, in una cieca corsa ad arraffare oggi tutto ciò che è possibile, lasciando dietro di sé il deserto.
Cosa ne sarà della Basilicata quando il petrolio sarà finito?
Quale eredità lasciamo ai nostri figli?
E soprattutto, che fare per riaffermare il primato dei diritti sulla logica dello sfruttamento cieco e irresponsabile?
Per una riflessione su queste questioni e sui legami che percorrono tutta Italia intorno a vicende che come in Valsusa e in Basilicata vedono le popolazioni resistere contro un modello di sviluppo imposto da una classe dirigenziale sempre più indifferente ai bisogni reali delle popolazioni, invitiamo i cittadini lucani a partecipare ad un percorso di conoscenza ed informazione che si articolerà in due giornate, Domenica 10 Novembre presso il Tecnoparco di Pisticci Scalo (concentramento ore 11), luogo simbolo della devastazione del territorio e della aggressione criminale alla salute dei cittadini, e Lunedì 11 presso il Centro Sociale di Rionero in Vulture (ore 17), sede dell’ospedale oncologico dove le royalties del petrolio aiutano a curare i malati che il petrolio (e non solo) ha prodotto.
Ci affiancheranno in questa riflessione comitati ed associazioni presenti in Basilicata ed altre provenienti da tutta Italia, a partire da una delegazione No-Tav, che prevede la presenza di Nicoletta Dosio, nota esponente del movimento, e Gianluca Pittavino, autore della raccolta”A sarà dura, testimonianze di vita e militanza NO-TAV”, per passare a testimonianze ed interventi di rappresentanti del movimento No Muos di Niscemi, in Sicilia, rappresentanti della lotta ILVA di Taranto, del CO.RE.RI. (Rete Campana Rifiuti e Combustione Zero), del Progetto Prendocasa, Pisa.
Il Professore Ugo Mattei, noto giurista ed autore, tra gli altri, del saggio “Beni comuni, un manifesto”, nonché estensore dei quesiti referendari contro la privatizzazione dell’acqua, presente nel pomeriggio del giorno 11 a Rionero, proporrà un intervento a proposito di “ Trasformazioni in atto sul piano del diritto e della tenuta degli equilibri costituzionali. Come cambia il rapporto tra costituzione formale e costituzione materiale nel tempo della gestione statale della crisi e della crisi dello Stato”
Cittadini di Pisticci Scalo
Comitato No Tav Vulture
Coordinamento Acqua Pubblica Basilicata
Coordinamento Nazionale No Triv