Brian è il nome d’arte scelto da un poeta bolognese molto valido che ha vinto il concorso “Il Paese della Poesia” con la sua opera “Incompresa fortuna”, presentata durante il festival “Il Federiciano” nel suggestivo Monastero dei Frati Osservanti di Rocca Imperiale.
Preferisce parlare poco di sé, sposta l’attenzione dalla sua persona alle poesie. Gli unici dettagli biografici, disponibili su di lui, sono quelli inseriti in apertura della raccolta: «Scrivo poesie dall’età di diciannove anni. Sono solito associarle a dipinti di grandi artisti, perché pittura e poesia sono legate a doppio nodo nel suscitare le emozioni». Per questa silloge, ha unito i suoi versi ai dipinti di Egon Schiele, che completano e ampliano le suggestioni richiamate dai versi.
«Sono affetto da una rarissima patologia autoimmune di nome alopecia universale. Parte delle mie opere ha lo scopo di mostrare le difficoltà nell’accettarsi e nel sentirsi accettati per la propria diversità esteriore» si legge ancora nella premessa, prima di inoltrarsi immediatamente nella raccolta, caratterizzata da componimenti brevi e incisivi. Molte poesie sono di quattro versi soltanto e tutte insieme, con un linguaggio chiaro, come discreti tasselli di un puzzle, contribuiscono alla realizzazione di un disegno evocativo che riassume il percorso di vita dell’autore. Come il componimento “Mi mostro di parole”: “Mi mostro di parole / Uguali alle speranze / Pesanti come pietre / Intrise dei miei sogni”.
La presentazione del libro è stata affidata a Salvatore Fazio, redattore della Aletti Editore, mentre all’attore Alessandro Quasimodo, figlio del poeta Premio Nobel Salvatore Quasimodo, è andato il compito di interpretare le poesie che ha scelto personalmente dalla raccolta, per la quale ha avuto parole di elogio.