“Notiamo con dispiacere che improvvisamente a Policoro sono nate coloratissime “isole ecologiche” che però, purtroppo, tali non sono”.
Entrando più nello specifico, l’Amministrazione Comunale, laddove non riesce a sopperire con la raccolta differenziata porta a porta, si avvale di tali isole fruibili da tutti i cittadini, i quali, attenendosi ad un disciplinare preventivamente stabilito, possono conferire rifiuti urbani, speciali e pericolosi (ad es. ingombranti, oli esausti, batterie esauste, medicinali scaduti, rifiuti RAAE etc.), che devono essere registrati su apposito registro di carico e scarico per la loro tracciabilità.
Pur apprezzando i buoni propositi confusamente messi in campo dall’Amministrazione Comunale, oggettivamente va detto dunque che nel nostro caso non si tratta di isole ecologiche bensì di depositi di rifiuti, in quanto in queste aree delimitate possono conferire soltanto determinati soggetti, esercenti commerciali, che pertanto diventano detentori esclusivi dei summenzionati “depositi”.
Ad oggi, piuttosto, l’unica isola ecologica che soddisfa alcuni requisiti normativi ed ambientali è quella situata in Via S. Giusto.
E dunque – anche in materia ambientale – si continua ad andare avanti a tentoni e ad agire in modo improvvisato e indisciplinato.
Noi riteniamo che non sia questo l’approccio con cui tentare di risolvere i problemi.
Le isole ecologiche sono una indubbia risorsa, tale che potrebbero consentire di migliorare gli standard del servizio di raccolta dei rifiuti, da molti anni non del tutto soddisfacente, ma la relativa previsione andrebbe preventivamente discussa, valutata, istruita (a cura di soggetti competenti) e poi eventualmente contrattualizzata.
Noi, dal canto nostro, come sempre siamo disponibili ad offrire supporto, spunti di riflessione e soprattutto a formulare iniziative e proposte che siano fattibili e consone alla disciplina vigente (come abbiamo già fatto, proficuamente, per le colonnine di ricarica dei mezzi di trasporto elettrici), quello che non possiamo fare, invece, è accettare che si metta in campo un’attività amministrativa anonima e confusionaria che non giova affatto ad un’idea di città moderna”.