Policoro:dieci anni con Pippo’s House


Dieci candeline per dieci anni insieme.
Dieci anni di crescita sul territorio, ma anche dicei anni di bocconi amari, di lacrime, di abbandoni.
Parliamo dei dieci anni di vita della Cooperativa Sociale “Pippo’s House” di Policoro, che gestisce la Casa famiglia “Gli Amici di Filippo”, il servizio di assistenza domiciliare per i minori dei comuni dell’Ambito Basso Sinni, il Centro Diurno per minori “Il Girasole”.
Loro, diciotto operatrici in tutti, da ben dieci anni vivono a strettissimo contatto con l’infanzia tradita, strappata, rubata, negata.
E sono state proprio loro, insieme alla presidente, Assunta Santopietro, ed ai “loro” bambini, le protagoniste assolute del convegno dal titolo “Il Territorio a tutela del disagio giovanile” che si è tenuto a Policoro nella sala conferenze dell’Orohotel.
A prender parte al dibattito, il vicesindaco della Città di Policoro, Antonello Ripoli, ma anche il suo predecessore, Rocco Leone, in qualità di pediatra dei ragazzi; l’assistente sociale del Comune di Policoro, Maria Di Ciancia, il dottor Salvatore Gentile, dirigente del Consultorio di Policoro, il dottor Rocco Luigi Gliro, psicologo e psicoterapeuta, il dottor Giuseppe Bruno, presidente del consorzio di Cooperative Sociali, “La Città Essenziale”, a cui la stessa Pippo’s House è associata.
Nel dibattito è emerso quanto sia difficile il percorso educativo su un minore: non solo pura filantropia e predisposizione, ma anche metodo, tecnica, soprattutto nel gestire situazioni difficili, perché ogni caso è una nuova sfida. Ogni minore che entra in una Casa Famiglia porta con sé problematiche a volte inimmaginabili.
Segreti, paure, angosce.
Un percorso lungo, tortuoso, difficile, in cui gli incubi si alternano a momenti di familiarità, di convivialità, di amore.
Di quello stesso amore negato nella propria famiglia d’origine.
Toccanti le testimonianze delle coordinatrici dei servizi, le psicologhe Carmela Serio e Stefania Albanese.
Un momento di incontro per festeggiare il decennale di attività, ma anche una riflessione sul lavoro svolto in questi dieci anni e su ciò che bisogna ancora fare su un territorio che si appresta a diventare sempre più variegato, su una società forse sempre più sfilacciata e dunque sempre più fragile.

Ultime

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*