La città di Potenza si è stretta attorno alla famiglia Claps per l’ultimo saluto ad Elisa, scomparsa diciotto anni fa e ritrovata morta il 17 marzo dello scorso anno nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità del centro storico potentino.
Gli applausi e le lacrime di migliaia di persone hanno accolto l’arrivo in piazza Don Bosco, a Potenza, della bara di Elisa Claps, portata sulla spalle anche da alcune persone dell’associazione “Libera”.
Sui balconi circostanti la piazza, numerosi lenzuoli bianchi e alcune bandiere italiane listate a lutto mentre alle spalle dell’altare, una gigantografia del viso sorridente di Elisa, un viso che ha accompagnato, per quasi diciotto anni, tutta Italia nella ricerca estenuante della giovane, scomparsa nel nulla il 12 settembre del 1993.
La cerimonia funebre è stata celebrata da don Marcello Cozzi, referente regionale di Libera: insieme a lui sull’altare altri sacerdoti e don Luigi Ciotti, leader nazionale dell’associazione.
”Convertitevi, voi che avete taciuto per 18 anni, un giorno verrà il giudizio di Dio” ha detto don Marcello Cozzi durante l’omelia.
“Dopo 18 anni – ha proseguito il sacerdote – liberiamoci dal macigno della rabbia. Nel giorno della Madonna delle Grazie, questa moltitudine di gente accompagna la famiglia Claps a porre un fiore per Elisa”.
Tanti i momenti di intensa emozione durante la cerimonia: il sacerdote celebrante ha abbracciato la madre di Elisa, Filomena Claps, accompagnandola davanti all’altare, le ha ceduto l’aspersorio per benedire la bara bianca ma la madre non ce l’ha fatta ed è scoppiata in lacrime.
Poi mamma Filomena si è avvicinata, stringendo la mano di don Cozzi e ha baciato la bara.
A conclusione del rito funebre, il feretro di Elisa ha lasciato la piazza portata a spalle da alcune persone, tra cui anche don Marcello.
Al passaggio vi sono stati lunghissimi applausi delle migliaia di persone che hanno partecipato ai funerali e molti hanno lanciato fiori e petali bianchi.
E sabato è stata giornata di lutto cittadino per Potenza, con bandiere negli edifici pubblici listate a lutto, mercati e strade chiuse e stop alle attività lavorative, ludiche e ricreative che non fossero finalizzate ai servizi della cerimonia per l’intera durata dei funerali.