La Provincia di Matera, di intesa con l’associazione per la cooperazione transnazionale locale ed europea Tecla, ha organizzato un seminario di approfondimento su Horizon 2020, il programma quadro della Unione Europea per la ricerca e la innovazione.
Ad aprire l’incontro c’erano il presidente della Provincia di Matera, Franco Stella, il presidente della Camera di Commercio, Angelo Tortorelli, il direttore del Centro Ricerche Trisaia Enea di Rotondella, Giuseppe Spagna, e tra i relatori il direttore dell’Associazione Tecla Mario Battello, Leonardo Colucci di Tecla Bruxelles e esperto OCSE del Tavolo Innovazione, Maurizio Borghi.
Ampio spazio è stato dato al valore della competitività, chiave di volta per uscire dalla crisi che deve essere alimentata “promuovendo tecnologie radicalmente nuove, semplificando il processo di innovazione continua mediante le risorse disponibili per i prossimi sette anni e dirette a quanti individuano nella ricerca e nell’innovazione la chiave dello sviluppo.”
Nel corso dell’incontro è stato presentato il quadro dei fondi strutturali all’interno della programmazione finanziaria 2014-2020 della UE e nello specifico il contesto italiano e del Mezzogiorno, presentato oltretutto il volume “Attuare con successo la Strategia Europa 2020: Manuale per gli Enti Locali e Regionali,” redatto dal Comitato delle Regioni e curato nell’edizione italiana dall’Associazione Tecla, in qualità di struttura accreditata alla Piattaforma di Monitoraggio Europa 2020 del Comitato delle Regioni.
All’evento hanno preso parte, associazioni di categoria, enti, le due agenzie della Provincia e, tra gli altri, anche le scuole che investono in innovazione e che guardano con interesse alle possibilità di sviluppo offerte dall’Europa, per garantire lo sviluppo ottimale e l’uso dinamico del capitale intellettuale europeo, contribuendo a generare nuove competenze e a sviluppare sistemi di formazione innovativi e d’avanguardia.
“Horizon 2020 è uno strumento che, per i prossimi sette anni, apre un orizzonte di finanziamenti da oltre 80 miliardi che potranno essere richiesti da università, enti pubblici, grandi aziende, pmi, start up, centri di ricerca. Se non vogliamo perdere quelle eccellenze che hanno contribuito a far conoscere nel mondo il made in Italy dobbiamo guardare oltre e investire in innovazione. Le sfide, però, – ha concluso il presidente Stella – non possono essere affrontate in singoli campi scientifici o tecnologici: è necessario un approccio integrato. Il programma è infatti disegnato per finanziare soluzioni che prevedano interdisciplinarietà, tenendo in considerazione gli aspetti sociali e muovendosi pertanto anche nei settori delle scienze economiche e umanistiche. C’è spazio per dare forma alle idee brillanti, ai prototipi e alle attività pilota, per favorire iniziative imprenditoriali e per stimolare la domanda di soluzioni innovative.”