“Quale sarà il futuro dei Lavoratori Socialmente Utili di Pisticci?”

municipio comune pisticci

“Passano gli anni, cambiano i governi e le amministrazioni, ma per alcuni problemi il tempo della soluzione sembra non arrivi mai. Emblematica in tal senso è la condizione dei lavoratori socialmente utili. Mentre il Governo centrale imbocca la strada della stabilizzazione degli LSU (quelli della Basilicata finanziati dal Governo), nel nostro Comune ancora non si riesce a garantire la continuità del lavoro”.

A dichiararlo, in un comunicato stampa, è Rocco Caramuscio della Lista dei Cittadini.

“A Pisticci – prosegue Caramuscio – questo problema coinvolge venti famiglie che non solo non hanno certezza del futuro, ma gli si nega periodicamente anche il minimo indispensabile per affrontare il presente.

Alcune monoreddito che affrontano la vita come fossero sulle montagne russe e tutto questo per mancanza di attenzione e coraggio.

Solo a Luglio 2016 fummo testimoni dei grandi proclami con cui l’Amministrazione informava la cittadinanza che si era conclusa bene la vicenda.

Finalmente gli LSU di Pisticci potevano tornare a lavorare grazie alla grande sensibilità e capacità dimostrata dalla Giunta comunale. I ringraziamenti dei cittadini interessati furono attestati commoventi di riconoscenza, quasi da libro cuore. Una riconoscenza reciproca e postuma alla vittoriosa campagna elettorale con conseguente definizione dei lavori che furono assegnati ad ogni LSU.

Nel bilancio di previsione approvato ad Aprile 2017, il Comune inserì l’integrazione del 25% per gli LSU (il 75% è a carico della Regione). In valore assoluto stiamo parlando di uno stipendio di circa 580 euro mensili e quindi circa 145 euro a carico del Comune.

Ma poi, non si sa come, pian piano le cose sono cambiate e queste famiglie sono state proiettate ancora una volta nel passato. Quel passato tanto criticato, osteggiato e beffeggiato.

Malgrado le rassicurazioni fornite dalla Regione (nota dell’Assessore Cifarelli del 05/01/2018 indirizzata a tutti i Comuni Lucani), con le quali comunicava l’impegno della Giunta a proporre al Consiglio lo stanziamento del contributo annuale anche per il 2018, al Comune di Pisticci questo sembra non bastare e non attua la proroga dei lavori socialmente utili non curante delle difficoltà e dei drammi che una decisione del genere porta in casa di decine di famiglie. Forse si vuole aspettare l’approvazione del Bilancio della Regione e la certezza del finanziamento?

Ma allora dove stanno le capacità e la sensibilità di una classe dirigente?

Mi si potrà dire che i numeri hanno la testa dura, ma ho imparato dalla vita che possono prendere forma e significato nel momento in cui sappiamo scrutare oltre le cifre scoprendo le preoccupazioni, le speranze, le illusioni, le emozioni di chi, a quei numeri, è costretto a legare il proprio destino e quello dei suoi cari.

In tutta la Basilicata solo Pisticci ed altri due Comuni hanno deciso in tal senso.

Ho cercato di capire se vi fossero problematiche connesse al bilancio.

Poi però anche la questione economica non ha retto se è vero che nel 2017 la Giunta Comunale ha saputo deliberare sulle posizioni organizzative, racimolando un’indennità totale di circa sessantamila euro.

Anche sul premio di produttività, da distribuire ai dipendenti, sembra non vi siano problemi tenuto conto che sono stati attribuiti circa duecentocinquantamila euro.

Certo sono voci di spesa che non possono essere utilizzati ad altri scopi e legati a diritti contrattuali, ma è importante sottolineare come in questo caso, vi è stata la volontà di perseguire un obiettivo. Ecco, la stessa volontà esigo che venga espressa nel dare un po’ di serenità ad alcune famiglie meno fortunate.

Ancora una volta mi sento di suggerire qualcosa nella speranza che a lungo andare non risulti agli occhi della comunità il solito presuntuoso.

Si cambi rotta e si attuino più politiche sociali. Ci si volti indietro e si porga la mano a chi sta sprofondando, si usi la forza necessaria per tirarlo su. Una comunità può ritenersi civile solo nel momento in cui si preoccupa dei suoi figli meno fortunati. Si cresca insieme, non si lasci indietro nessuno.

E allora, a riveder le stelle? Piuttosto il detto che calza a pennello per ora è che: “Le stelle stanno a guardare”. Noi aspettiamo fiduciosi che da spettatori diventino artefici di un cambiamento tanto agognato ma al momento ancora molto lontano”.

 

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