“Seguendo le querelle tra il consigliere di opposizione Cifarelli e l’assessore regionale alla Sanità Leone sul tema della sanità, vorremmo sapere se c’è l’intenzione di implementare concretamente l’offerta sugli altri punti territoriali, in rete, come la rete oncologica, un percorso importante che consente la vicinanza dei cittadini sul territorio”.
Lo scrive, in una nota, Giuseppe Cisterna, membro del comitato in difesa dell’Ospedale di Tinchi.
“Il presidio di Tinchi – prosegue Cisterna – ha zero posti letto, sia di hospice, per le patologie che aumentano, che di riabilitazione o lungodegenza. Leggendo il comunicato del consigliere di minoranza mi sono soffermato sul concetto di “disonestà intellettuale” che, di certo, non giova né alla sanità lucana né ai cittadini che invece hanno bisogno di garanzie.
Alle istituzioni regionali, così come al consigliere di opposizione, vogliamo ricordare gli interessi dei cittadini e di quanti a Tinchi hanno lottato e lottano per evitare la chiusura dei restanti servizi offerti, anche per far realizzare programmi sui quali la politica regionale e la direzione generale della Asm si era impegnata solennemente. Tutti conoscono le nostre vicende, per esempio la dismissione dei posti letto che scatenò la reazione violenta del Comitato contro una politica che in passato si distinse nel sostegno allo smantellamento dell’Ospedale di Pisticci.
Sulle questioni relative alle scelte dell’assessore regionale uno degli obiettivi è l’incremento dei ricoveri hospice, da realizzare attraverso un ripensamento dei posti letto. Come già previsto nel bilancio aziendale 2019-2020, oltre i posti già attivati, l’Azienda sanitaria potrebbe implementare altri posti letto h24 presso i presidi territoriali come l’Ospedale Distrettuale di Tinchi, con il fine di servire anche le strutture di confine e creare una rete oncologica sempre più grande, di tener conto del fatto che l’utenza arriva in prevalenza da fuori, e che tale servizio esige una struttura non solo strutturalmente all’avanguardia, ma capace di garantire qualità e volumi in una posizione epicentrica, demograficamente più grande e più funzionale rispetto alle esigenze dell’utenza. In un’area come quella di Pisticci, dove le incidenze e la densità di popolazione è molto maggiore.
Seguendo questo ragionamento, a proposito di disonestà o onestà intellettuale, tuttavia, non riusciamo ancora a capire perché, in un determinato passaggio, si continui a parlare di hospice da chiudere a Stigliano per trasferire altrove. Proviamo a ragionare come territorio complessivo e non per campanilismo”.