Il Comitato a difesa dell’Ospedale del Metapontino giovedì mattina è stato ricevuto in audizione innanzi alla commissione “Politica sociale” della Regione Basilicata, presieduta dal Consigliere Zullino, per discutere del progetto di riforma del sistema sanitario regionale in corso.
Vito Anio Di Trani e Gianni Di Pierri, in rappresentanza del Comitato, insieme a Gaetano Giannace, promotore dell’evento, hanno sostenuto la necessità di elaborare una riforma che, nel rispetto delle leggi e dei vincoli di bilancio, ponga al centro dell’azione il diritto dei lucani a fruire tutti delle più efficaci, tempestive ed avanzate prestazioni sanitarie ed ospedaliere.
“Le dimensioni dei paesi, la scarsa densità abitativa o la conformazione morfologica del territorio – si legge in una nota del Comitato – non possono essere certo valide ragioni per svuotare ulteriormente di contenuti i già penalizzati presidi ospedalieri esistenti (in alcuni dei quali, singoli reparti sono affidati ad un numero totalmente insufficiente di medici o peggio ad un solo medico). Quanto poi al Metapontino, area vasta sita a ridosso della Statale 106, importante arteria stradale di collegamento nazionale, che raccoglie una nutrita utenza oltre che dall’entroterra lucano anche dalle vicine Calabria e Puglia, e che nei mesi estivi triplica la sua popolazione, Di Trani e Di Pierri hanno prospettato la possibilità di creare un ospedale unico che, articolandosi attraverso l’integrazione dei plessi di Policoro e Tinchi, potrebbe assicurare e implementare sia le prestazioni ospedaliere di base (pronto soccorso, chirurgia e endoscopia, ortopedia, ostetricia, medicina interna, psichiatria, centro trasfusionale, UTIC e rianimazione, a Policoro) sia i servizi connessi (degenza post operatoria, riabilitazione cardio-polmonare, neurologica ed ortopedica, oltre che dialisi, endocrinologia e diabetologia, chirurgia oftalmica, orl etc. a Tinchi).
Tanto, ritengono i rappresentanti del comitato, migliorerebbe l’efficienza del sistema sanitario, consentendo un accesso più celere e immediato alle prestazioni ospedaliere e permetterebbe al personale sanitario di iniziare a lavorare in condizioni più serene e dignitose, nell’interesse loro e dell’intera collettività”.