Sono cominciati lunedì , a Potenza, nel palazzo di Giustizia , gli interrogatori di garanzia dei due assessori dimissionari di centrosinistra -e del capogruppo del Pdl, anch’egli dimissionario, tutti agli arresti domiciliari, coinvolti nell’inchiesta sui rimborsi illeciti. L’avvocato difensore dei due ex assessori ha chiesto la revoca della custodia cautelare dopo aver chiarito tutti i fatti contestati. Nei prossimi giorni , gli interrogatori proseguiranno con gli altri otto consiglieri con l’obbligo o il divieto di dimora. Intanto la riunione del Consiglio regionale in programma per domani e’ stata rinviata. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo. Che ha sottolineato che ”il doveroso rispetto delle attivita’ giudiziarie in corso a seguito degli sviluppi dell’inchiesta sui rimborsi, insieme alla necessita’ di dover rivedere l’ordine del giorno, anche a seguito delle dimissioni del governatore De Filippo e del consigliere Vincenzo Viti (Pd), hanno consigliato il rinvio della seduta”. E sull’argomento è intervenuto anche don Marcello Cozzi Vicepresidente di Libera attraverso una lunga nota.
“La cosa più semplice in questo momento è sparare a zero su tutti. – si legge – nella nota – Sul tradimento subìto, su quella delega a gestire la cosa pubblica che certi politici hanno trasformato in assegno in bianco per farsi le cose proprie e su quell’equivoco che ha portato a scambiare il consenso della gente con una sorta di consacrazione all’onnipotenza.
Verrebbe da ricordare a più di qualcuno che fino all’altro giorno noi eravamo quelli che sporcavano l’immagine della Basilicata, paladini di un’antipolitica qualunquista e superficiale, noi da mandare in esilio quando l’informazione nazionale o certi giornalisti nostrani non al soldo di nessun sistema, mettevano in risalto i tanti buchi neri di questa regione.
Abbiamo ancora negli occhi l’indignato stracciarsi le vesti dell’intero Palazzo, all’interno del quale spariva ogni confine tra maggioranza e opposizione quando si trattava di mandare alla gogna certa magistratura che iniziava a mettere il naso anche in quelle stanze e non solo nelle case dei delinquenti e dei ladri di galline.
E come si fa, in questo quadro desolante, a non pensare a Nino – continua Don Marcello Cozzi – che non ha neanche i soldi per pagarsi le bollette, a Gerardo e Anna che non ce la fanno più a pagare il mutuo perché lei ha perso il lavoro, a Giovanni che ogni giorno va negli uffici della Regione ad elemosinare il dovuto per un lavoro fatto e che non gli viene ancora pagato, e a Lucia che sarebbe disposta a fare carte false purché al figlio venga rinnovato il contratto di lavoro. Ma lei purtroppo non ha santi in paradiso… “Non ci sono soldi“, si sente dire di continuo. Per Carmine, Gerardo, Anna, Giovanni, Lucia e tantissimi altri, i soldi non ci sono. Così come non ce ne sono da un bel pezzo per un welfare ormai completamente inesistente anche dalle nostre parti; non ce ne sono per i disabili, per contrastare le dipendenze, per accogliere donne in difficoltà, per minori problematici, per anziani abbandonati e per malati cronici. Neanche per loro ce ne sono: chissà se per altri si!
Verrebbe da chiedere: chi ha davvero deturpato il volto della nostra regione? Chi ha davvero sconvolto il vero senso della politica? Chi ha snaturato il rapporto con la gente? Chi ha mistificato la realtà?
Non sappiamo – si legge ancora – se in Basilicata ci sia mai stato un comitato di affari, ma di certo c’è stato chi si è fatto solo gli affari propri!
È ovvio, dunque, che in questo scenario è molto semplice sparare a zero su tutti.
Ed invece è un’altra la cosa che ci inquieta e ci fa riflettere: quel moralismo diffuso che vede come convinti assertori proprio chi di quel Palazzo e dei suoi inquilini se ne è servito fino all’altro giorno; quel clima da ghigliottina alimentato da chi approfitta del momento per presentare il conto a chi non ha scambiato favori; quella logica vendicativa figlia di certa cultura che abbeverandosi alla fontana di un clientelismo mortificante non esita, alla prima occasione, a rivoltarsi contro chi non ha concesso i servigi richiesti.
No. Non abbiamo bisogno di forconi da brandire – continua – cacciando le streghe, ma di bisturi con cui intervenire senza più perdere tempo per estirpare quella necrosi etica che sta intaccando un intero sistema.
È tempo che paghi chi ha tradito, ma è anche tempo che ognuno di noi faccia la propria parte e avverta su di sé la pressante responsabilità di un cambiamento; perché, come diceva Martin Luther King, “può darsi che non siete responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla“.