La protesta dei lucani contro il deposito unico delle scorie nucleari al centro di una storia a fumetti.
Non si tratta di una nuova pubblicazione ma partecipando a Balloon, la prima festa del fumetto svoltasi a inizio giugno in piazza Heraclea a Policoro, è stato possibile riscoprire il fumetto grazie allo stand curato dal restauratore Pino D’Alessandro, ricco di libri e giornali del passato.
L’opuscolo, intitolato “La Lezione di Scanzano”, è stato pubblicato nel 2006, con una seconda edizione nel 2007, grazie all’impegno di Felice Santarcangelo, dell’associazione “No Scorie Trisaia” e alla collaborazione della testata on line lucanianet.it.
Santarcangelo ha scritto la storia raccontando l’esperienza vissuta da Leo, un giovane di Scanzano Jonico, e da tutte le genti di Lucania nel novembre del 2003, quando il governo Berlusconi decise di realizzare, a sorpresa, un grande deposito di scorie nucleari a Terzo Cavone.
L’incubo del nucleare mobilita i lucani che, dopo lunghi giorni di protesta pacifica, costringono il governo a ritirare il decreto legge sul deposito.
In questa maniera Scanzano offre una lezione di libertà, democrazia e civiltà per il mondo dei governanti e dei potenti; un messaggio di pace e solidarietà verso il prossimo.
Il fumetto, disegnato da Valerio Calabrese alias Bulsara, è stato venduto ad un prezzo di due euro, con la metà del ricavato devoluto a favore delle opere missionarie dei padri Comboniani in Africa.
In particolare è servito a finanziare un progetto finalizzato alla costruzione, nella baraccopoli di Kogorocho a Nairobi, in Kenia, di una casa per assistenza dei ragazzi, che a causa della povertà, delle malattie e della fame fanno uso di colle e sostanze stupefacenti per drogarsi.
Il fumetto dedicato a Scanzano attualmente non è più in vendita e si può riscoprire solo grazie ad alcuni appassionati che ne hanno conservato delle copie.
Sarebbe però una buona occasione riproporlo alla gente proprio in un momento in cui si torna a parlare di Scanzano e Terzo Cavone, alla vigilia della visita del Dalai Lama alla costruenda Città della Pace, che sta sorgendo proprio dove il governo voleva realizzare il deposito unico delle scorie nucleari.