A Scanzano si parla del progetto Puffer per la sostenibilità in agricoltura

 

puffer

La sperimentazione per il momento riguarda le piante di susino e pesco, la tecnologia procede e fra qualche anno “la distrazione sessuale” potrebbe essere impiegata anche per colture come la vite e la fragola. Si è discusso di questo giovedì nel corso dell’incontro che si è svolto nella sala consiliare del municipio di Scanzano Jonico.

Il Puffer, attraverso erogatori, rilascia i feromoni che le femmine degli insetti utilizzano per richiamare il maschio. Immettendo questa sostanza, il maschio ha difficoltà a trovare la femmina (da qui la “confusione sessuale”), quindi si evita la riproduzione dell’insetto e il danno sulla coltura. L’idea è americana, ed è della società Sutterra, la sperimentazione sarà ospitata in Basilicata a Scanzano. In altre zone d’Italia come il Trentino è già ampiamente utilizzata per colture come melo e pero.

Partner dell’iniziativa sono l’Alsia, l’Alsia-Agrobios, e Asso Fruit Italia Op con sede a Scanzano che raccoglie all’incirca 300 associati nel Mezzogiorno d’Italia scelta per “la conoscenza del territorio e delle realtà aziendali che operano in agricoltura”, come riconosciuto da Arturo Caponero. “Con la tecnologia della confusione sessuale – ha aggiunto – si possono ottenere vantaggi nell’immediato perché da subito si riduce la presenza di insetti nel campo. A lungo termine invece si assiste a una forte depressione, fino a determinare la scomparsa degli ospiti sgraditi. Si capisce che i vantaggi sono per gli operatori agricoli ma anche per quelli turistici: con la riduzione degli interventi fitosanitari non ci saranno più ‘nuvolette’ costituite da prodotti chimici nelle vicinanze delle strutture ricettive”.

“Asso Fruit Italia ha da tempo accolto la sfida dell’Unione Europea – ha commentato Salvatore Pecchia, membro dell’ufficio tecnico di Asso Fruit Italia – l’agricoltura moderna passa dalla sostenibilità ambientale. La nostra filiale commerciale (Frutthera srl, ndr) alcuni mesi fa, ha conseguito la certificazione Carbon Footprint, da qui l’impegno – mediante l’adozione di programmi e strategie precise – di abbattere in maniera volontaria quanto più possibile le immissioni di CO2. Con il progetto Puffer si ridurranno gli insetti nocivi e gli agricoltori di risparmieranno sull’acquisto di principi attivi. La sperimentazione durerà fino a settembre 2015, poi saranno divulgati i dati. Siamo fiduciosi perché pensiamo che il progetto possa essere esteso a livello comprensoriale. Intanto, il nostro personale ringraziamento va ai produttori di Scanzano, all’incirca 10 aziende per 50 ettari complessivi, e all’Amministrazione comunale che ha da subito sostenuto l’iniziativa cogliendo l’importanza della sfida rappresentata dalla sostenibilità”.

Giovanni Lacertosa (Alsia Agrobios – Centro Disagio): “In questi anni abbiamo effettuato prove di efficacia delle innovazioni tecnologiche. Abbiamo già provato questi strumenti diversi anni fa, ora li applichiamo su scala maggiore prima che gli stessi entrino in commercio. Stiamo coinvolgendo tecnici e aziende”.

Vincenzo Cavicchi: “Possibilità concreta di controllare gli insetti nocivi sulle colture tipiche di questo territorio con mezzi alternativi e sicuri per quel che riguarda i residui sui prodotti. Il sistema è diffuso su melo e pero, sul pesco lo stiamo sperimentando in quest’area ci sembra particolarmente adatta”.

 

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