Si è conclusa Lunedì 6 Gennaio la mostra “Tessitori del Tempo”, allestita a Palazzo Nolfi nel centro storico di Nova Siri.
La mostra, apprezzatissima dal pubblico, ha riscosso moltissimo successo attirando una grande affluenza di visitatori.
L’evento, a cura di Maria De Lorenzo, storico e critico d’arte, è stato organizzato dall’Associazione culturale sud “Gigi Giannotti”, con la direzione artistica di Pasquale Chiurazzi.
L’iniziativa vede protagonisti quattro artisti lucani, noti anche oltre i confini nazionali, ovvero Nino Oriolo, Giulio Orioli, Pasquale Chiurazzi e Mario Battafarano che han trattato il tema da un punto di vista prettamente concettuale.
L’evento viene, dunque, arricchito dalla professionalità da De Lorenzo che riesce a dar rilevanza critica all’intera iniziativa artistica e culturale.
È stato presentato un telaio antico irradiato di luci led luminose che ha unito, tramite una tessitura “virtuale”, il passato all’età contemporanea.
In collegamento empirico all’antico telaio è stata esposta una scultura marmorea del maestro Giulio Orioli (scultore, pittore, installatore) che rappresenta, in chiave minimalista e concettuale, un telaio; entrando dunque in relazione con l’antico manufatto e sottolineando, in tal modo, ciò che resta della perduta arte della tessitura, ovvero solamente un bozzolo che tesse frammenti di tempo perduto.
Il fruitore, entrando all’interno della location, si è trovato immerso in una realtà virtuale dove l’alleggiare di sfere in movimento, inserite in un contesto sonoro e di luci cangianti, hanno reso il visitatore parte integrante della performance artistica, infatti, quest’ultimo è stato invitato a sedersi su un piccolo sgabello e a godere a pieno del spettacolo visivo.
L’artista Mario Battafarano (architetto, ritrattista, installatore, pittore) ha contribuito all’esposizione con un’installazione agli estremi del razionalismo. Essa raffigura una banconota recante l’anno 2019. Quest’ultima narra l’idea del consumismo, dell’arte ormai commercializzata e minimizzata. Su tale banconota, però, è tata ritagliata una piccola finestrella a indicare l’apertura del suddetto artista a un ritorno all’arte primordiale. A tal proposito egli ha riportato sulla cartamoneta un’immagine riprodotta del primo presepe scolpito dall’uomo, ovvero un’opera dello scultore duecentesco Arnolfo di Cambio. L’intento di Battafarano è stato, quindi, quello di voler un ritorno alla vera essenza e al purismo dell’arte.
Un altro concetto importante, esplicato dalla mostra in questione, è stato dato dall’integrazione in un solo ambiente di diversi periodi artistici.
Anche il maestro Nino Oriolo (pittore, fotografo, grafico, installatore) ha inserito nella sua performance vari arti integrandole tra loro. All’interno di una grotta, attorniata da un tendaggio che richiama l’arte barocca, ha inserito tre teli rappresentati una “Natività” contemporanea. Su questi teli bianco latte sono state proiettate proiezioni di pitture, grafiche e fotografie create del maestro novasirese, il tutto è accompagnato da canti gregoriani che han rimandato alla sacralità del concetto natalizio. A terminare il percorso espositivo vi è stato l’artista Pasquale Chiurazzi (fotografo, registra, installatore e pittore) che ha esposto foto, modificate nei colori e sapientemente lavorate, che riproducono porzioni di luoghi dell’antica Lucania integrandole con scene di “Natività” riprese dall’arte medievale e moderna.
Gli artisti hanno cercato di effettuare una sorta di viaggio temporale tra vari periodi della storia dell’arte, portando l’attenzione a cosa fosse in principio la creazione di un’opera e a cosa riesca a creare, lo stesso artista, al giorno d’oggi in maniera concettuale e sensoriale.
“Chi meglio degli artisti che da sempre hanno lasciato testimonianza diretta della propria società, possano essere definiti ‹‹tessitori del tempo››?”