Il Consiglio Direttivo dell’Anci Basilicata ha esaminato la proposta di legge sull’assetto dei consorzi industriali che qualche giorno fa è approdata in Consiglio Regionale.
“Di fronte alla disastrosa situazione del Consorzio Industriale della Provincia di Potenza non c’è più tempo da perdere – si legge in un comunicato stampa dell’Anci – I servizi alle imprese che vengono gestiti dal Consorzio Asi Potenza sono ormai a rischio, il personale diretto e delle ditte esterne non viene pagato, le imprese fornitrici ed appaltatrici e i professionisti non vedono alcuna prospettiva per vedere soddisfatti i loro crediti.
Nel frattempo il governo regionale si è chiuso in sé stesso e non ha neppure promosso una seria consultazione dei soggetti interessati. A tal proposito l’Anci esprime il suo forte disappunto per la decisione della Giunta Regionale di non coinvolgere i Comuni e la loro associazione in merito alla proposta di legge.
Solo all’ultimo momento la I e la III commissione del Consiglio regionale su nostra esplicita e formale richiesta ha ascoltato il sindaco di Tito in rappresentanza dell’Anci. Si ricorda agli smemorati che i Consorzi industriali nascono come associazioni dei Comuni i quali in questo ambito sono titolari della funzione di governo del territorio, comprese le aree industriali ricadenti entro i loro confini. Ciononostante l’Associazione dei Comuni esprime la preoccupazione che una riforma di così grande rilevanza rischi ora di impantanarsi dentro la crisi politica del governo regionale. L’Anci ritiene necessario che si intervenga subito per risolvere la situazione disastrosa del Consorzio di Potenza. Il coinvolgimento del Consorzio Industriale di Matera con annesse ZES e zone doganali non appare al momento motivato in quanto tale Ente non richiede interventi di risanamento. La scelta, di molto dubbia legittimità formale, di trasferire le attività che producono valore (ad Acquedotto Lucano andrebbe la gestione delle reti e degli impianti di depurazione industriale ed autorizzati anche al trattamento di rifiuti) e di porre in liquidazione il Consorzio sembra esclusivamente finalizzata a impedire che i creditori, prevalentemente imprese e professionisti del luogo, possano rivalersi sulla nuova società. Peraltro, senza assegnare risorse, si lascerebbero al Consorzio le attività di tipo amministrativo essenziali per lo svolgimento delle sue funzioni e che sono previste dalle norme contenute nelle leggi regionali n. 18/2010 e 32/2014 e dallo stesso statuto. Si tratta delle funzioni di programmazione dei lavori pubblici, programmazione urbanistica, piano regolatore delle aree industriali, apposizione dei vincoli all’esproprio, esproprio e assegnazione dei lotti e tutte le altre oggi previste dalle leggi nazionali e regionali in materia. Le scelte della regione, a parere dell’Anci, devono essere sostenute da accurate analisi economiche e finanziarie e coerenti con lo Statuto della Regione. Così come bisogna salvaguardare il destino del personale dipendente senza scaricare costi sulla comunità. Allo stesso modo occorre un piano per pagare le imprese, i fornitori e i professionisti. Il tutto finalizzato ad assicurare la prosecuzione dei servizi alle imprese insediate nelle aree industriali già fortemente provate dalla crisi covid-19.
Alla luce di tali considerazioni l’Anci Basilicata esorta il Presidente della Regione, la Giunta e il Consiglio Regionale a voler ascoltare l’Associazione dei Comuni Italiani e a condividere le sue proposte”.