Tour nel Metapontino per il ministro dell’Interno Matteo Salvini

salvini scanzano

Non si è negato per una foto o per un abbraccio il ministro dell’Interno Matteo Salvini che, martedì mattina, ha visitato il Metapontino.

Pisticci scalo, Scanzano Jonico e Policoro le tappe del suo tour elettorale, a sostegno della Lega e,di Vito Bardi, candidato della coalizione di centrodestra in corsa alle regionali del prossimo 24 marzo.

Dopo la visita a un’azienda della Valbasento il vicepremier ha raggiunto Scanzano Jonico, ospite dell’azienda agricola De Pascaliis, l’ultima, in ordine di tempo, ad essere stata vittima di un attacco incendiario, il 12 febbraio scorso.

Prima di parlare al pubblico Salvini si è concesso alla stampa, rispondendo ad alcune domande sulla sicurezza e sulle priorità da attuare in Basilicata.

Nel suo intervento, assieme ai candidati consiglieri e ai vertici regionali della Lega, il ministro dell’Interno ha evidenziato i temi caldi del suo partito come la lotta all’immigrazione clandestina, la legge sulla legittima difesa, l’abolizione della legge Fornero; ha poi preso ad esempio la buona amministrazione delle regioni a guida leghista, augurandosi che quel modello venga presto esportato anche al Sud. Per la Basilicata ha evidenziato la necessità di intervenire sulle infrastrutture e sulla sanità, confermando la volontà di continuare le estrazioni petrolifere, con una diversa gestione dei soldi delle royalties. Non una parola, invece, sul tema sicurezza nel Metapontino.

Dopo il bagno di folla e centinaia di selfie, il ministro dell’Interno ha raggiunto Policoro per un comizio in piazza Eraclea. Anche qui sono stati toccati gli stessi temi, con un piglio più politico: è stata sottolineata la necessità di investire in opere pubbliche mentre non è mancato l’attacco all’amministrazione regionale del centrosinistra. “La partita è a due – ha detto Salvini dal palco di Policoro – o i Pittella’s o il cambiamento che ha già investito diverse regioni italiane”.

Tra il numeroso pubblico di piazza Eraclea la contestazione di alcuni studenti che, ricordando gli slogan leghisti contro il Mezzogiorno, hanno urlato contro le politiche migratorie attuate dalla Lega.

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