Dopo la provincia di Crotone è la provincia di Cosenza a confermare con un consiglio provinciale aperto il proprio no a qualsiasi ipotesi di trivellazione petrolifera del Golfo di Taranto, le due provincie si erano già espresse in passato dalla manifestazione di Policoro del 17 dicembre e lo avevano già fatto formulando le dovute osservazioni ai progetti di ricerca presso il Ministero dell’Ambiente.
Si è tenuto lunedì nella Citta di Cosenza un consiglio provinciale aperto sulle trivellazioni nel mar Jonio allargato ai comuni calabresi (che hanno risposto in massa) alle associazioni agricole, turistiche e ambientaliste.
“Med No Triv – si legge in una nota dell’associazione – è stato ospite del consiglio provinciale e ha fornito insieme alla profesoressa Albina Colella dell’Unibas una relazione tecnica scientifica dell’impatto ambientale sulle acque e sul territorio causato dalle trivellazioni petrolifere nei luoghi di estrazione e in Basilicata.
L’assemblea provinciale si è espressa con un duro, fermo e deciso no a qualsiasi ipotesi di ricerca petrolifera nel mar Jonio e sulla terraferma calabrese.
Nell’arco jonico calabrese e lucano dove sono spariti i trasporti ferroviari, dove non esiste una viabilità idonea, dove sono stati ridotti gli ospedali e spariti i tribunali, le ricerche petrolifere diventano un’offesa all’intelligenza e alla dignità dei meridionali.
Perchè la questione non è più legata solo al tema delle trivelle, ma al futuro del meridione d’Italia con i rapporti verso lo Stato italiano.
Solo uno stato miope, simile al cane che si morde la coda può pensare di fare casse sulla pelle delle economie meridionali e sugli ecosistemi marini guadagnando sulle tasse dei petrolieri a termine.
Le tasse le versano tutti i meridionali sul proprio Pil, che dura da anni e che non può essere distrutto da scelte scellerate che mirano a distruggere l’ambiente-economico su cui si regge lo stesso Pil (prodotto interno lordo) di milioni di meridionali. Il sud è stanco di essere sfruttato e più che di trivelle è ora di parlare di questione meridionale nei confronti dello Stato italiano, che la storia dell’unità d’Italia non ha mai sanato cosi come accade in moderno stato civile europeo.
Il presidente della provincia di Cosenza Oliverio si farà carico di coinvolgere tutte le province calabresi, lucane e pugliesi in un coro unico di protesta e contrasto a un vero e proprio scempio ambientale che sarebbe perpetrato sull’ambiente e sulle economie locali a causa delle ricerche petrolifere. Iniziative saranno emesse in campo nei giorni a venire”.