Da Tursi partecipando alla Festa del Lavoro insieme a Cgil, Cisl, Uil, l’Agia-Cia rilancia la proposta della costituzione di un Osservatorio dell’imprenditoria agricola giovanile, costruendo al contempo un nuovo sistema relazionale e di mercato che supporti il giovane nel superare quelle che sono le principali “barriere di accesso” come appunto la terra, il credito, la formazione e l’informazione.
“Nel Mezzogiorno Giovani e Donne sono sempre più protagonisti in agricoltura, protagonisti anche del cambiamento multifunzionale e innovativo delle aziende. Il maggior contributo venuto dalla Basilicata, insieme a Calabria e Molise, per la crescita dell’imprenditorialità giovanile agricola nella prima metà del 2016, secondo il Rapporto Ismea-Svimez sull’agricoltura nel Mezzogiorno – dice Rudy Marranchelli, presidente Agia lucana – conferma che è sbocciata la passione dei giovani per la terra e rafforza l’attualità delle proposte contenute nel ‘pacchetto giovani’ di Agia e Cia, delle vere e proprie linee guida per la nuova programmazione del Piano di Sviluppo Rurale. L’attrazione che l’agricoltura esercita nelle giovani generazioni è l’elemento da cui partire per rafforzare un quadro che fa ben sperare sul versante occupazionale. Le imprese agricole “under 35” – sottolinea il presidente di Agia-Cia – sono in crescita costante e segnano importanti mutamenti: i giovani prendono in affitto le terre per espandere le dimensioni aziendali, oltre un quarto di loro segue coltivazioni biologiche, quasi tutte le imprese “under 35” seguono protocolli di ricerca e risultano fortemente innovative anche in virtù dell’alta qualificazione degli imprenditori. Sono queste imprese il volto nuovo dell’agricoltura che è orientata alla tutela della biodiversità, al mercato, alla ricerca e all’integrazione di filiera e che poggia su un alto livello di qualificazione professionale. Importante accompagnare il giovane nella definizione e nella realizzazione della sua idea imprenditoriale, fornendo ‘consulenza’ continuativa di alta professionalità.
Ma – continua Marranchelli – è necessario raccogliere gli avvertimenti di Ismea e Svimez perchè nonostante questi andamenti incoraggianti, l’inerzia degli squilibri del passato li rende comunque insufficienti ad assicurare un adeguato ricambio generazionale. Si tratta di un fenomeno preoccupante, a cui si sta tentando di rispondere con misure dedicate al primo insediamento e con politiche di sostegno e detassazione dell’imprenditoria giovanile. L’attrazione che l’agricoltura esercita nelle giovani generazioni è l’elemento da cui partire per rafforzare un quadro che fa ben sperare sul versante occupazionale. Il lavoro è lo strumento più importante per la realizzazione e per la dignità della persona umana. Così importante che i padri costituenti l’hanno inserito nel primo articolo della nostra Costituzione. Secondo l’ISTAT, il tasso di disoccupazione giovanile (18-25anni) a dicembre ha superato il 40% (40,02%). La Festa del Primo Maggio a Tursi è stata dunque l’occasione per ricordare il dato preoccupante, che rimarca una delle più importanti questioni del nostro Paese”.