Ricorre quest’anno il centenario della nascita di Albino Pierro, voce poetica tra le più originali ed innovative del secolo scorso, la cui opera affonda radici profonde nel microcosmo tursitano ad iniziare dall’uso del dialetto che finemente lavorato diventa una “lingua minore”, e che continua a suscitare le attenzioni di critici e studiosi da una parte, e dall’altra di artisti e creativi che si cimentano con le sollecitazioni che la poetica pierriana offre.
Nato a Tursi il 19 novembre 1916, con una infanzia segnata dalla prematura morte della madre (avvenuta a distanza di alcuni mesi) e quelli successivi da un senso di irrequietezza e di sofferenza interiore, scrive racconti pubblicati su riviste letterarie, un’inedita opera teatrale “I frutti della menzogna“, oltre al testo di una canzone, e quindi le prime raccolte di versi in lingua (Liriche,1946) mentre nel settembre del 1959 prende corpo il desiderio di esprimersi in tursitano.
Così Don Albino ricordava spesso quel momento: “Ero partito da Tursi prima del previsto e la partenza, ingenerando in me un senso quasi angoscioso del distacco, mi aveva turbato. Prima di lasciare la grande casa dei miei, m’ero affacciato a uno dei balconi e avevo contemplato con commozione intensa quanto inusitata quella che sarebbe diventata per me “la terra del ricordo”. Quel ricordo, al termine del viaggio, già dominava la mia interiorità e chiedeva di essere tradotto in canto, però che gli fosse intimamente affine e profondamente connaturato, un canto diverso nelle sue modulazioni da quello a cui avevo fino ad allora affidato i moti del mio sentimento, le risonanze della mia coscienza, i trasalimenti del mio esistere”.
Occasione questa del centenario per ricordare Pierro sia come poeta che come uomo. Il Parco Letterario a lui dedicato, presieduto da Franco Ottomano, con la collaborazione del Comune del Comune di Tursi, della Regione Basilicata, della Società Dante Alighieri e dell’Apt, ha programmato due serate culturali.
Venerdì 18, nella Sala Conferenze “Benedetto XVI” (attigua alla Cattedrale), alle ore 18.30, con la conduzione affidata ad Eva Bonatibus, presentazione del volume “E non mi fermo”, edito da “Orecchio Acerbo”, che raccoglie 10 poesie di Pierro, illustrate dall’artista Mara Cerri con postfazione di Elio Pecora. Interverranno Fausta Orecchio (editore), Francesco Gallo e Vito Valente, curatori della pubblicazione. Seguirà lo spettacolo “Jaramme” (Omaggio a Don Albino), curato da Valente e Gallo con la voce recitante di Maurizio Cardillo e regia di Marco Manchisi, prodotto dall’Associazione CREA-Compagnia teatrale Katzenmacher.
Sabato 19, nella Cattedrale dell’Annunziata, alle ore 18.00, celebrazione della Santa Messa.
Alle 19.00, nella Sala Conferenze “Benedetto XVI”, dopo i saluti di Franco Ottomano (Parco letterario “A. Pierro”) e del sindaco Salvatore Cosma, presentazione delle ristampe anastatiche di tre opere di Don Albino: N’du piccicarelle di Tursi (1967),Eccò a morte (1969), Famme dorme (1971).
Quindi spazio per “L’amico poeta Albino Pierro” a cura del giornalista Rocco Brancati con la partecipazione di Cosimo Damiano Fonseca, Franco Trifuoggi, Giorgio D’Elia, di Mons. Gerardo Pierro, dell’attuale vescovo della Diocesi di Tursi-Lagonegro Mons. Vincenzo Orofino e gli interventi di rappresentanti delle istituzioni. Questa seconda serata, arricchita dagli intermezzi musicali dell’artista Antonio Labate, sarà condotta da Eva Immediato.