I segretari dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi, Michele De Rosa e Pino Giordano chiedono all’assessore regionale alle Politiche per la persona, Flavia Franconi di essere urgentemente convocati affinché dia risposte certe su quanto già fortemente denunciato relativemante al degrado nell’interno dell’ospedale ‘Papa Giovanni Paolo II’ di Policoro, in particolare sulle pessime condizioni degli ambulatori di ortopedia e fisiatria dislocati in uno ‘scantinato’ totalmente interrato della struttura.
“Stiamo parlando – fanno sapere Giordano, De Rosa e Tancredi – di una struttura dove si dovrebbe difendere il diritto alla salute e che ha subito lavori di manutenzione terminati non più di un anno fa.
L’Assessore ha l’obbligo di verificare se nel nosocomio sanitario di Policoro, esistano le minime condizioni di sicurezza e salubrità per il personale e per l’utenza che quotidianamente frequentano gli ambulatori menzionati: mancano porte e assenza delle vie di esodo relativamente alla sicurezza in caso d’incendio, scarsa illuminazione, assenza di areazione, assenza di finestre, tombini che si aprono alle prime piogge, si registra persistentemente puzza di fogna, scarsa igiene e, negli ambulatori di ortopedia e fisioterapia, veri ‘depositi/scantinati’, fanno visita anche grandi topi.
C’è leggerezza su quanto denunciamo – continuano i sindacalisti Ugl – ma noi conosciamo l’immenso sacrificio e l’alta professionalità del personale medico e paramedico: soddisfano solo per i due ambulatori in questione dell’ospedale Ionico, prestazioni per un’utenza di oltre 30000 pazienti ed il numero aumenta notevolmente se si considera che, ogni ammalato necessita minimo di un accompagnatore per la prestazione. Cosa bisogna aspettare ancora che succeda una tragedia per intervenire?
Se per un motivo qualsiasi scoppia un incendio in questi reparti seminterrati, di chi sarà la responsabilità dei mancati controlli?
Anche questo edificio ospedaliero deve essere considerato, come altri ospedali di tutti i paesi del mondo, luogo a rischio di incendio nel quale la gestione dell’emergenza è particolarmente complessa. Infatti, alle ‘normali’ esigenze di tutela della incolumità del personale dipendente e del contenimento delle perdite economiche, in un edificio ospedaliero si aggiungono problematiche ‘delicate’, sia per la presenza di persone traumatizzate che nel nostro caso specifico sono impossibilitate ad abbandonare autonomamente i luoghi oggetto dell’incendio, sia per i risvolti sociali che le conseguenze di un incendio possono comportare.
Negli ambulatori di ortopedia e fisiatria, è sconosciuta e assente una check-list degli aspetti da valutare nella predisposizione di un piano di emergenza, anche di carattere generale, senza una pur minima via di uscita d’emergenza e mappa con indicazioni delle vie d’uscita come ben sancisce il d. lgs. 626/94 – D.M. 10.3.1998 sulla valutazione del rischio di incendio ed i piani di emergenza nei luoghi di lavoro. Non è più tollerabile – concludono Tancredi, De Rosa e Giordano – che a farne le spese siano come sempre i lavoratori ed i cittadini più deboli. Pertanto, dinanzi all’evidente disagio dei pazienti che si recano in tale struttura, ribadiamo l’urgenza di un incontro, prima di intraprendere iniziative pacifiche di proteste per arrivare a soluzioni definitive tese ad attutire al più presto gli inaccettabili disagi che ledono i diritti elementari dei cittadini e che penalizzano i pazienti Policoresi, le loro famiglie e soprattutto chi lavora giorno e notte nei reparti con grande senso di sacrificio”.