I consiglieri comunali del gruppo “Policoro Futura” Giuseppe Maiuri e Gianni Di Pierri hanno inviato una lettera al sindaco di Policoro Enrico Mascia relativa all’interpello rivolto al medico Agostino Di Ciaula, presidente del comitato scientifico dell’Isde (International Society of Doctors for Environment), circa la vicenda del livello di trialometani nell’acqua potabile superiore ai limiti di legge, registrato nei mesi scorsi in diversi comuni della fascia jonica.
Di seguito il testo della missiva:
“Egr. Sindaco,
Abbiamo appreso con grande disappunto dell’esistenza della nota in oggetto, a Lei diretta, a firma del Dott. Di Ciaula, presidente del comitato scientifico dell’Isde e questo per una serie di evidenti motivi, primo fra tutti il tenore della stessa, proveniente da un autorevole esperto peraltro da Lei stesso interpellato, dal momento che in essa :
Si parla di rischi sanitari, anche di tipo oncologico, peraltro allo stato non adeguatamente definibili a mezzo della sola quantificazione delle concentrazioni di trialometani in acqua potabile;
Si contesta la mancata indicazione della composizione analitica dei diversi trialometani : in particolare si evidenzia la mancata indicazione del dosaggio dei trialometani bromurati che, purtroppo, sono i più pericolosi e verosimilmente di derivazione industriale e che nella speciazione operata da Acquedotto Lucano (notoriamente l’ente più “prudente”) sono rilevati quale composto prevalente;
Si fa riferimento alla possibilità che un’inadeguata gestione del problema comporti un ulteriore prolungamento del rischio sanitario al quale la nostra comunità è sottoposta almeno dal mese di settembre 2016 (con possibili conseguenze particolarmente gravi per bambini e donne in gravidanza);
Si smentisce quanto sin qui da Voi sostenuto e cioè che l’inalazione ed il contatto cutaneo attraverso la doccia non contribuirebbero all’incremento dei rischi sanitari;
Si sollecita una verifica dei danni già subiti dalla popolazione mediante un’indagine epidemiologica unitamente a verifiche di biomonitoraggio individuale.
Ma oltre a tutto ciò, come ben potrà immaginare, c’è un ulteriore aspetto che ci inquieta e ci offende, dal momento che proprio non riusciamo a comprendere come ha potuto tenere nascosta questa rilevantissima lettera all’intera città che Lei rappresenta, facendo addirittura finta di niente nell’ultimo consiglio comunale del 14 giugno scorso da noi richiesto, il cui punto unico all’ordine del giorno era l’emergenza acqua potabile.
Come ha potuto non pubblicare sul sito, diffondere e comunque far conoscere quella nota, nella quale ci siamo imbattuti solo grazie all’impegno di una biologa, nostra concittadina, Rosa Morea, che ne ha preso contezza attraverso il profilo social del Dott. Di Ciaula ove lo stesso l’aveva pubblicata ?
Se il contenuto fosse stato più rassicurante, in linea con la sua volontà tranquillizzante, se ne sarebbe dimenticato ugualmente o l’avrebbe sbandierata pubblicamente continuando a darci degli “allarmisti” e degli “squadristi dell’ignoranza” ?
Pensava di diffonderla prima o poi ? O sperava che passasse inosservata ?
Vede, Sindaco, la trasparenza è tutta un’altra cosa, a dirla tutta anzi, è l’esatto contrario del suo modo di operare, così come amministrare, poi, non è solo presenziare a cerimonie di rappresentanza ma soprattutto agire concretamente, attraverso atti amministrativi, assumendo responsabilità, prendendo decisioni, anche coraggiose, guidando la città nell’interesse esclusivo e generale dei cittadini, senza paura di scontentare nessuno.
Ora però, seppure tardivamente, ci aspettiamo un gesto concreto di coraggio e di dignità : raccolga gli inviti del Dott. Di Ciaula e recuperi il tempo perduto; dia il via subito al monitoraggio, solleciti le indagini epidemiologiche e soprattutto protesti apertamente e fattivamente contro l’inerzia della Regione Basilicata sino a che non sia fatta definitiva chiarezza su questa angosciante questione.
Sarà il modo migliore per recuperare credibilità e scusarsi con l’intera città per il bruttissimo, inqualificabile gesto che ha fatto allorquando ha deciso di nascondere quell’autorevole risposta.
Lo faccia e noi ci saremo.
Non è un ordine il nostro, naturalmente, non abbiamo titolo per dargliene, ma – ancora una volta – un invito accorato, una richiesta di aiuto per tutti noi, per questo territorio e per la sua gente, che non merita, sinceramente, di essere doppiamente umiliata: la prima volta quando le si nega il diritto all’acqua potabile, la seconda quando le si nasconde anche la verità e la conoscenza.